La riconobbi dalla voce
di dolce flauto contadino
e dal lobo nero di un orecchio
voglia di vino della madre incinta:
Null’altro più di lei mi ricordava
il gaio sorriso e il corpo di furetto.
Le porsi la mano ed un sorriso:
da lei nessun cenno di saluto.
Di me proprio più nulla rimaneva.
Inserita il 19-02-2010